Nelle conclusioni riassumeremo i risultati ottenuti dalla nostra analisi. Nella sezione 4 questi indicatori saranno stimati sulla base delle Indagini sui Consumi delle Famiglie (ICF) dal 1998 al 2011, ne saranno discusse le differenze sia in termini di valori assoluti che di evoluzione temporale e la loro utilità per la progettazione di interventi mirati a migliorare la sostenibilità della spesa per energia elettrica dei vulnerable consumers. Nello specifico, nella sezione 3 distingueremo gli indicatori basati sulla spesa effettivamente sostenuta (3.1) da quelli costruiti sulla definizione di un paniere minimo di consumo (3.2) e, infine, da quelli riferiti al Residual Income (3.3). Questi ultimi forniscono utili indicazioni sul dimensionamento di un eventuale bonus erogato a favore delle famiglie con problemi di sostenibilità della spesa (sezione 3).

In questo capitolo ci concentreremo sulla spesa per energia elettrica e la sua incidenza sui bilanci delle famiglie italiane (sezione 2) discuteremo quindi come la progettazione di interventi a favore dei vulnerable consumers possa essere informata dall'utilizzo di indicatori differenti di sostenibilità dei consumi, che possono non solo indicare la diffusione del fenomeno tramite gli opportuni Headcount Index, ma anche la sua incisività facendo riferimento ai Poverty Gap Index.

L'interazione tra questi campi di azione è indubbia e di difficile valutazione. Tipicamente in Europa i policy maker nazionali risultano all'oggi impegnati su tre fronti: a) correggere i fallimenti del mercato (tutelare la concorrenza, il commercio equo, l'informazione) b) intervenire sulle strutture di offerta (struttura verticale e prodotti) c) tutelare le fasce deboli della popolazione (attivazione di tariffe sociali/strumenti di sostegno, riduzione dei costi, utilizzo corretto del mercato/concorrenza). Il terzo pacchetto energia dell'UE pone tra i propri obiettivi l'attivazione di politiche a sostegno dei vulnerable consumers, lasciando ai regolatori nazionali discrezionalità nella definizione delle famiglie bisognose di intervento e il disegno di policy ad hoc. che potrebbero avere difficoltà a sostenere livelli adeguati di consumo di alcuni servizi essenziali di pubblica utilità. Negli ultimi anni, nell'Unione Europea (UE), gli incrementi nei prezzi dell'energia e il perdurare della crisi economica internazionale hanno richiamato l'attenzione sui vulnerable consumers, ovvero quei consumatori con basso reddito, e/o con caratteristiche particolari -per esempio, famiglie numerose e/o con portatori di handicap, anziani disabili, etc. The affordability analysis shows that so far, utilities' reforms do not seem to have produced negative effects on the weaker group of households. We stress how currently adopted national criteria could distort the results in a country with a variety of climatic conditions and we show how the affordability of utility bills varies from region to region depending on climate, income, family endowments and family size. We then propose a way to measure the affordability of public utilities, in order to investigate for how many households reaching a minimum consumption standard would imply a potentially excessive burden, and derive results on the basis of data from the Survey on Family Budgets. We firstly document the development of liberalisation reforms in Italy and the new regulation in water and energy, presenting the dynamics of public utility prices and household expenditure in the period 1997-2004. In this paper we analyse some distributional effects of the reforms of water and energy services in Italy. Competition in public utility sectors has been encouraged in recent years throughout Europe.

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